19 OTTOBRE 2023 BY Avvocata Rossana Lugli
Con Legge n. 137, di conversione del decreto giustizia, entrata in vigore il 10
ottobre 2023, è stato ulteriormente ampliato il catalogo dei reati idonei a far
scattare la responsabilità amministrativa (rectius penale) degli Enti ex D.Lgs.
231/2001.
Sono stati, infatti, inseriti all’art. 24 del D.Lgs. 231/2001, i delitti di:
- turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.);
- turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353-bis c.p.);
- trasferimento fraudolento di valori (art. 512-bis c.p.).
La prima delle fattispecie inserite (art. 353 c.p.), nota anche come “turbativa
d’asta”, punisce chi con una serie di condotte turba una gara pubblica.
Nello specifico il reato si configura qualora con violenza o minaccia, o con doni,
promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, venga impedita o turbata la gara nei
pubblici incanti, o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni,
ovvero nel caso in cui con le medesime modalità si allontanino gli offerenti.
Il reato è integrato anche nel caso di licitazioni private per conto di privati dirette
da un pubblico ufficiale o da persona legalmente autorizzata.
La seconda fattispecie (turbata libertà del procedimento di scelta del contraente),
punisce chi, con le medesime condotte turba il contenuto di un bando di gara.
Nello specifico il reato si configura qualora con violenza o minaccia o con doni,
promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, si turba il procedimento
amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente
al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica
amministrazione.
Tali due fattispecie vanno ad aggiungersi ai reati presupposto contro la Pubblica
Amministrazione, già contemplati dall’art. 24 del D.Lgs. 231/2001 e cioè:
- la malversazione di erogazioni pubbliche (art. 316-bis c.p.);
- l!indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.);
- la frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.);
- la truffa ai danni dello Stato, di un ente pubblico o dell’Unione Europea
(art. 640, comma 2, n. 1);
- la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche;
- la frode informatica ai danni dello Stato, di un ente pubblico o dell’Unione
Europea (art. 640-bis e 640-ter c.p.).
Nel caso di commissione di uno dei reati compresi nell’art. 24 del D.Lgs. 231/2001
può essere applicata all’Ente una sanzione amministrativa fino a 500 quote, o fino
a 600, se l!Ente ha conseguito un profitto di rilevante entità o dal reato è derivato
un danno di particolare gravità (il numero di quote, si ricorda, viene determinato
in relazione alla gravità del fatto, al grado di responsabilità dell’Ente nonché
all’adozione del Modello Organizzativo 231).
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Si ricorda che l’importo della singola quota va da un minimo di euro 258,00 ad un
massimo di euro 1.549,00.
Pertantola sanzione amministrativa per questa categoria di reati può superare anche
i 900.000,000 euro.
Come si è anticipato, la Legge n. 137 del 2023 ha inoltre inserito all’art. 25.octies.1
del D.Lgs. 231 (concernente la responsabilità amministrativa da reato per delitti in
materia di strumenti di pagamento diversi dai contanti), il comma 2-bis che
introduce tra i reati presupposto il delitto di trasferimento fraudolento di valori (art.
512-bis c.p.), prevedendo per l’Ente una sanzione amministrativa da 250 a 600
quote.
L’art 512-bis c.p. punisce chiunque attribuisca fittiziamente ad altri la titolarità o
la disponibilità di denaro, beni o altre utilità al fine di eludere le disposizioni in
materia di prevenzione patrimoniali o di contrabbando, ovvero di agevolare la
commissione di uno dei delitti di cui agli artt. 648, 648-bis e 648-ter c.p. (cioè
ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro o beni di provenienza illecita).
A seguito dell’entrata di vigore delle disposizioni sopra indicate è necessario che
gli Enti che abbiano già adottato un Modello di organizzazione, gestione e
controllo ex D.Lgs. 231/2001 verifichino il rischio di commissione dei nuovi reati
introdotti rispetto alle attività svolte.
In tal caso occorre procedere all’integrazione e all’aggiornamento del Modello
231.